giovedì 8 gennaio 2015

Toccare, Odorare, Mangiare le cose



Facciamo ora un piccolo percorso sensoriale con la MELA come protagonista principale di questa nostra avventura.
Innanzi tutto la vediamo (VISTA), ne registriamo il colore, la forma, le dimensioni, gli eventuali difetti estetici; poi, se siamo sufficientemente vicini, la possiamo annusare (OLFATTO), cogliendone il profumo. Questi sono i sensi distali, che registrano le sensazioni senza entrare in contatto intimo con il frutto. La percezione e l'aspettativa persistono anche se, per esempio, la mela rimane dietro una vetrina o viene nascosta da un tovagliolo.
Adesso l'afferriamo (TATTO), la prendiamo in mano, la soppesiamo notandone il peso. Mettiamo in funzione i sensi chinestetici o sensi profondi. La visione e l'olfatto, che prima erano in qualche modo distanti, possono riprendere la loro funzione in modo più preciso. Scopriamo che il peso è elevato in rapporto al volume, che la buccia è liscia o rugosa (vista più tatto), che il picciolo è verde o inscurito, che il profumo può essere intensificato strofinando leggermente la buccia (tatto più olfatto).
Poi la mordiamo , mettendo in funzione i recettori localizzati sulla lingua e sul palato, rilevando le impressioni fornite dal movimento della struttura mascellare con i relativi terminali sensibili. Il contatto della mela con i denti provoca la deformazione del frutto e la rottura delle cellule che costituiscono il tessuto della mela.
Ciò produce un suono che, a sua volta, stimola il nostro sistema sensoriale tramite l'udito, fornendoci ulteriori informazioni sulla mela: se è croccante oppure se ha perso elasticità.
Finalmente la mastichiamo e la gustiamo (GUSTO): è l'atto finale e più importante della percezione sensoriale ma è preceduto da una serie di stimoli che non solo ci hanno dato delle informazioni necessarie a completare il quadro sensoriale della mela, ma che hanno anche creato un'aspettativa e una predisposizione a gustare in pieno la nostra mela tanto desiderata!

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